Pezzo di carta del 29 ottobre 2014

Piccola Distribuzione Organizzata del basso Garda – Pezzo di Carta del 29 Ottobre 2014

Le mie fibre cellulosiche sono ormai straziate dalle continue riflessioni. Quanto più penso all’Economia Solidale che stiamo cercando di “mettere in piedi” e tanto più mi pare che la nostra Solidarietà rimanga comunque e indissolubilmente legata alla disponibilità di denaro. Chi si collega a GASaperto e poi attende che arrivi la cassetta ha disponibilità di denaro, anche chi al mercoledì si reca al Polo Logistico della Venzaga a dare una mano ha disponibilità di denaro. E quando siamo costretti a dare un valore al nostro prodigarci, dobbiamo il più possibile parametrarci ai paletti monetari dell’Economia Convenzionale. Ovviamente è inevitabile: per giocare bisogna stare alle regole. Ma che sforzi abbiamo fatto noi sino ad ora per inventarci delle regole tutte nostre? Delle regole in grado di scardinare i concetti monetari cui siamo assuefatti, quelle che potrebbero essere le regole dell’Altra Economia?

Ho sempre pensato che nella S di solidale fosse insito un principio non monetizzabile: il dono del tempo. In realtà anche il tempo del volontariato è monetizzato e può avere un costo. Il volontario che dona il proprio tempo è perché ha la fortuna di NON avere la necessità che questo tempo abbia un controvalore in denaro. Questo di norma accade quando ci si può giovare di altri momenti della propria vita più o meno lautamente retribuiti in moneta sonante. D’altro canto il tempo dedicato alla Solidarietà può avere anche dei ricavi e dei costi occulti, diciamo più legati alla sfera “umana” e di relazione. C’è chi si sente appagato dal fatto di percepire che “sta facendo qualche cosa di giusto”, e potrebbe esserci chi, pur incassando questo appagamento dell’anima, alla lunga si rende conto di pagare dei costi spirituali non indifferenti, avendo trascurato altre relazioni.

E poi vorremmo avere l’ambizione di creare del lavoro retribuito? Ma davvero pensiamo di essere in grado di poter generare il surplus necessario a GARANTIRE un salario allineato a quelli del Modello Convenzionale?

Per poterlo fare è quanto mai necessario immaginare quei meccanismi e quelle regole (sì, credo che siano le regole di una Nuova Economia!) che consentano di INDIVIDUARE in ciascuno dei soggetti che partecipano I BISOGNI che lo spingono alla partecipazione. Non quindi una regola sola, ma un caleidoscopio di regole che restituisca a ciascuno i colori e il disegno di cui ha bisogno.

Chi ha bisogno di sentirsi considerato e ha disponibilità di denaro, potrebbe andare avanti a fare il volontario, almeno sinché se lo potrà permettere; chi ha bisogno di mangiare sano e ha disponibilità di denaro, ma non di tempo, potrà spendere più degli altri; chi ha scarsa disponibilità di denaro ma buona disponibilità di tempo, potrebbe con il tempo messo a disposizione ricevere soddisfazione a bisogni primari, ad esempio un pagamento in generi alimentari; chi non ha disponibilità di denaro, cioè ha necessità di denaro per soddisfare altri bisogni primari, oltre a quello alimentare, potrà trovare un reddito.

Oh, guardate che questa filippica mica l’abbiamo voluta fare per filosofeggiare! L’abbiamo fatta perché è ora di superare la donazione liberale dell’euro a cassetta. Ora è giunto il momento di usare la creatività, di guardare nel caleidoscopio e trovarvi le NOSTRE REGOLE!

Se non lo avete capito, stiamo mettendo mano al regolamento di partecipazione alla PDO del basso Garda, per trasformarlo in un caleidoscopio…

Ovviamente non sarà un processo semplice né breve e dovrà essere condiviso da tutta la base sociale, quindi, state sintonizzati!

BUON CAMBIAMENTO, E TANTI ORTAGGI BUONI PER TUTTI.

P.S. vi ricordo che venerdì 7 novembre, alle 20.30 presso la sala consiliare di Moniga del Garda, si parla di Decrescita e Finanza Etica!

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