Pezzo di carta del 18 giugno 2014

Piccola Distribuzione Organizzata del basso Garda – Pezzo di Carta del 18 giugno 2014

Obiettivi di INES 2014:

1 – individuazione degli elementi principali che realmente caratterizzano l’Economia Solidale italiana
2 – definizione di un possibile patrimonio condiviso da proporre alla società italiana
3 – definizione e proposta di possibili progetti concreti

Potrebbero sembrare obiettivi banali tanto sono di semplice formulazione. I GAS hanno oramai venti anni di storia, di esperienze se ne sono accumulate parecchie. Ma allora perché dopo così tanto tempo non si è ancora riusciti a contagiare in modo significativo?
Se siete gasisti da qualche anno, credo che vi sarete fatti una idea in tal senso… Non vi chiedo di scrivere le vostre risposte qui, in calce a questo post.

VI CHIEDO DI VENIRE A COLLECCHIO SABATO 21 e partecipare ai gruppi di lavoro.

Sapete che sono solo un pezzo di carta, peraltro abbastanza schizofrenico.
Eppure anch’io sono nel mondo dei GAS da un po’ di tempo e, nei rari momenti di distensione delle mie fibre cellulosiche, normalmente intricate tra loro, qualche pensiero affiora.

Un primo pensiero è che i GAS siano un mondo abbastanza variegato, costituito fondamentalmente da persone che possono permettersi il lusso di scegliere. L’Economia Solidale invece, almeno nel suo attuale stato di evoluzione, cioè di scarsa diffusione, limita molto le scelte.
Ecco quindi che l’Economia Solidale, pur partendo da principi condivisi sulla carta con il popolo dei GAS, viene in qualche modo a cozzare con la libertà di scegliere che caratterizza i singoli individui che ne fanno parte.
Il GAS non incarna il modello di Economia Solidale: in questa fase storica può solo essere un interlocutore privilegiato.

Qual è allora il patrimonio condiviso che possiamo proporre alla società Italiana?

Un secondo pensiero è che possiamo proporre un modello esperienziale ricco, in quanto tocca vari ambiti: la tutela ambientale, il rispetto del lavoro, la riduzione dei rifiuti, la finanza etica …. Tuttavia questa ricchezza è ancora di poche persone, perché poche sono le persone che non si sentono solo dei consumatori o solo dei produttori. Nell’Economia Solidale il consumatore puro non può esistere: la ricchezza dell’ES sta nel fatto che il consumatore diventa parte del processo produttivo. Lo diventa a vario titolo: come controllore del processo (conformità ai principi), come garante della collocazione della produzione, come operaio o venditore o corriere secondo le necessità solidaristiche contingenti. Parimenti, nell’Economia Solidale non esiste il produttore puro, anche solo per il semplice fatto che il suo processo deve essere assolutamente trasparente, così come i prezzi di vendita. Oppure perché la sua programmazione è condivisa e guidata dai suoi clienti, o perché i suoi clienti si fanno carico di alcuni anelli della catena, secondo le necessità solidaristiche contingenti, (più facilmente quelli iniziale e finale, approvvigionamento e vendita, ma non solo)

I progetti concreti devono quindi essere tali da riuscire non solo a soddisfare i bisogni degli attori partecipi ma dovrebbero anche non farli sentire limitati nelle proprie libertà. La sfida più grande che ha davanti l’ES è quella di mostrare come si possa essere felici con modelli diversi da quello attuale, la cui felicità è associata al possesso delle merci o di uno status.

Prima dell’avvio dei lavori veri e propri dei vari gruppi, credo che meriti di essere visto l’intervento degli attori di sabato, nella prima parte della mattina. Si tratta di una narrazione teatrale che condensa in 90 minuti i venti anni di storia dell’ES.

Ci vediamo a Collecchio!

BUON CAMBIAMENTO, E TANTI ORTAGGI BUONI PER TUTTI.