Sporcarsi le mani

Di Mirko Cavalletto

Negli ultimi anni ho frequentato molti GASisti, partecipato a riunioni, ricevuto centinaia di e-mail dalle più disparate mailing-list in tema di consumo sostenibile, risparmio delle risorse, protesta politica, beni comuni, solidarietà locale e internazionale, rabbia contro la devastazione del territorio, denuncia dell’inquinamento. Ho letto centinaia di volantini che promuovevano corsi di cucina vegana, feste solidali, laboratori di taglio e cucito e convegni sulla sobrietà, la riduzione dei rifiuti e il loro recupero…
Sono certo che lo stesso è capitato a moltissime altre persone, probabilmente migliaia. Ci sono vari indizi che mi inducono a pensarlo: dalla lunghezza delle mailing-list al numero di firme raccolte on-line per una certa iniziativa, dal numero di “Mi piace” ricevuti su facebook al numero di visite totalizzate da un sito.

Nei gruppi ci si ritrova a parlare di principi e a ribadirli continuamente, quasi ossessivamente. Poi ciascuno torna fra le sue quattro mura – a fare i conti o a evitare di farli – con le proprie contraddizioni, come il mutuo da pagare o i capricci dei figli, deviati dal modello dilagante che costa tanta fatica disgregare ai loro occhi. Per me è così; e ne soffro.
Ecco allora che il nostro gesto quotidiano di scegliere prodotti, acquistarli, usarli, eventualmente gettarli, ha un peso assai rilevante – certo, non è tutto riconducibile a questo – nell’essere coerenti rispetto ai principi che migliaia, decine di migliaia, centinaia di migliaia di persone tutti i giorni condividono con un click, magari facendo girare ai propri contatti mail sul consumo sostenibile o il volantino sul convegno per l’acqua bene comune.

I click sono utili, ma non bastano: bisogna sporcarsi le mani, impastarle per bene nelle buone pratiche, affondarle nella terra, la nostra terra. Non è semplice, significa stare attenti a come e dove si spendono i propri soldi, stare attenti ai rifiuti che si producono e all’acqua che si consuma, sempre. Significa fare lavori non retribuiti, cioè auto-prodursi o auto-costruirsi cibi e oggetti, magari utilizzando materie prime raccolte in natura, prodotte in armonia con essa o sottratte al ciclo tradizionale dei beni di cui qualcuno vuole disfarsi. Oppure, significa sostenere attività economiche che fanno queste cose, essere solidali, condividere con loro obiettivi comuni e alti.

La Piccola Distribuzione Organizzata è un tentativo. Ci si può sporcare le mani semplicemente decidendo di privilegiarla come canale di approvvigionamento o, per chi vuole sporcarsi veramente tanto, fare volontariato, lavoro solidale e non retribuito che fa guadagnare un po’ in relazioni umane.

Chi vuole iniziare a sporcarsi le mani e capire cosa vuol dire Piccola Distribuzione Organizzata, può venire sabato 8 settembre alla festa GASsata 2012, presso l’Azienda Agricola “La Venzaga” di Castelvenzago di Lonato

Scarica qui il volantino con tutti i dettagli!

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